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TRAIETTORIA 6. TECNOLOGIE PER LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURAL

Gruppo di esperti:



Prof.ssa Elisabetta Zendri, coordinatore (Università degli Studi Ca' Foscari Venezia)
Prof. Piero Baglioni (Università degli Studi di Firenze)
Prof. Filippo De Rossi (STRESS S.c.ar.l.)
Prof. Eliano Diana (Università degli Studi di Torino)
Arch. Stella Fanou (ENEA)
Dr.ssa Elisa Franzoni (Alma Mater Studiorum Università di Bologna)
Prof.ssa Mariaenrica Frigione (Università degli Studi del Salento)
Prof. Mauro Francesco La Russa (Cultura e Innovazione S.c.ar.l.)
Dr.ssa Anna Piccirillo (Centro per la conservazione ed il restauro dei Beni Culturali La Venaria Reale )
Dr. Marco Realini (Consiglio Nazionale delle Ricerche)
Prof.ssa Lucia Toniolo (Politecnico Milano)

 

Obiettivi della traiettoria


La traiettoria tecnologica 6 ambisce allo sviluppo di nuovi materiali e di nuove metodologie per il patrimonio culturale, sia per la conservazione di superfici architettoniche, che per la stabilizzazione degli apparati murari e la pulitura, il consolidamento e la protezione di beni mobili (anche sotto il livello del mare).

Le sfide di ricerca, le attività a tendere:

Le linee di ricerca incluse nella traiettoria 6 possono costituire un nucleo importante di sviluppo e di trasferimento tecnologico a livello nazionale e internazionale. Gli ambiti che si ritengono di maggior interesse sia per la ricerca di base che per lo sviluppo tecnologico (e occupazionale) sono:

  • protezione e consolidamento dei materiali lapidei;
  • biocidi e materiale lapideo;
  • conservazione preventiva;
  • consolidamento e risanamento murature;
  • retrofit, FRCM;
  • sviluppo di nuovi materiali e tecnologie per substrati non convenzionali;
  • sviluppo di prodotti idonei alla conservazione di manufatti in ambiente marino, compatibili con i supporti e con l’ambiente acquatico;  
  • sviluppo di nuovi materiali per la sensoristica e di nuovi sistemi integrati materiale/sensore applicabili in situ per il monitoraggio da remoto delle superfici architettoniche, di particolare interesse alla luce dell'emergenza Covid19, non tanto per il perdurare dell'emergenza stessa (che si spera abbia termine in tempi non troppo lunghi), ma perché questo periodo ha abituato la comunità tecnica ad una fruizione dei servizi da remoto.