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TRAIETTORIA 7. TECNOLOGIE PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI PROVOCATI DA FATTORI NATURALI E ANTROPICI SUI BENI CULTURALI 

Gruppo di esperti:


Prof. Stefano Aversa, coordinatore (Università degli Studi di Napoli "Parthenope")
Prof. Giuseppe Ciraolo (Università degli Studi di Palermo)
Prof. Gianmarco De Felice (Università degli Studi Roma 3)
Dr. Andrea Giannantoni (Università degli Studi di Ferrara)
Prof.ssa Maura Imbimbo (Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale)
Prof. Stefano Lenci (Università Politecnica delle Marche)
Prof. Gian Piero Lignola (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Prof. Paolo Mazzoleni (Università degli Studi di Catania)
Ing. Maria Luisa Mongelli (ENEA)
Dr. Marco Nervo (Centro per la conservazione ed il restauro dei Beni Culturali La Venaria Reale)
Ing. Carmine Pascale (STRESS S.c.ar.l.)

 

Obiettivi della traiettoria


Il principale obiettivo della traiettoria 7 è quello di creare un aggregato di competenze in ambito nazionale, che veda la partecipazione del sistema industriale, di quello della ricerca e della pubblica amministrazione nazionale e regionale, per dare luogo a un percorso di sviluppo tecnologico condiviso nello specifico settore del monitoraggio del rischio cui è sottoposto il rilevante patrimonio del nostro paese,  derivante da eventi naturali (sisma, frane, inondazioni, ecc.) o dall’azione dell’uomo. Tale roadmap dovrà definire lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie per la valutazione del comportamento del patrimonio culturale del nostro territorio nazionale, monitorando il suo stato di salute e la sua evoluzione rispetto ad eventi naturali ed antropici, con l’obiettivo finale di fornire quegli strumenti di supporto per le scelte e le attività rivolte alla sua conservazione e recupero.

Le sfide di ricerca, le attività a tendere:

L’innovatività del monitoraggio non riguarda esclusivamente l’acquisizione dei dati in quanto tali, ma l’intero processo ovvero la sua applicazione “intelligente” e consapevole alla problematica. Nella progettazione del monitoraggio deve essere anche tenuta in conto la necessità di ridondanza delle misure e dell’opportunità di procedere con tecnologie differenti.
Appare importante differenziare l’approccio al monitoraggio sulla base dell’estensione del problema in esame, atteso che alle diverse scale sono spesse utilizzate tecnologie e strumentazioni diverse, anche se basate sugli stessi principi funzionali. Negli ultimi anni si assiste alla disponibilità di enormi quantità di dati (Big Data), ma molto spesso mancano o sono insufficienti le procedure e le tecniche di sintesi di tali dati. In tale framework, risulta necessario:

  • mettere a punto procedure semi-automatiche di elaborazione delle immagini satellitari ed aeree ad alta risoluzione in quasi-real-time, per l’analisi dei possibili cambiamenti del territorio (mappa deformazioni superficiali, individuazione aree allagate, individuazione aree incendiate) e delle condizioni deformative degli edifici presenti nell’area;
  • sviluppare procedure di integrazione di dati spazialmente distribuiti (imaging) con dati puntuali (calibrazione e validazione);
  • affrontare il problema dei big-data. Tale questione è sempre più presente e attuale, data la possibilità di accedere a dati sempre più ricchi e precisi in termini di risoluzione geometrica, bande spettrali, frequenza temporale;
  • creare un Repository dei dati per la messa in rete delle mappe di rischio fruibili da enti pubblici e privati preposti alla sicurezza del territorio e dei beni presenti che permetta una classificazione a varie grandezze di scala del territorio per la gestione delle emergenze, beneficiando di eventuali livelli di allarme predisposti nei sistemi di monitoraggio. Una possibile soluzione potrebbe essere di utilizzare come base il Geo-portale Nazionale. La questione risulta di fondamentale importanza per rendere accessibili i prodotti anche per i non addetti ai lavori;
  • sviluppare una piattaforma informatica per automatizzare i processi di monitoraggio e verifica delle infrastrutture, in grado di eseguire un confronto automatico dei dati provenienti dalle campagne di monitoraggio periodiche, segnalando eventuali anomalie, secondo un algoritmo che si aggiorna di continuo in funzione delle interazioni dei tecnici con il sistema. Si potranno così programmare tempestivamente interventi di manutenzione straordinaria o di messa in sicurezza del bene, limitando l’impatto di eventuali ritardi, negligenze o errori umani.